Le 12 regole fondamentali per scrivere un blog di successo

Come individuare gli argomenti più importanti e scrivere articoli persuasivi, ottimizzati per i motori di ricerca ed in grado di attrarre, soddisfare e provocare il pubblico concorrendo a valorizzare il brand personale. Sono anche indicate le tecniche di spam dei contenuti da evitare, per non penalizzare il posizionamento nella SERP.

Pubblicato da Roberto Fusi in Digital Economy. Aggiornato .
Lunghezza testo: 5140 parole. Stima tempo lettura: 21 minuti.
Tag: scrivere. .

Scrivere un blog è un compito difficile: non è facile mettere in parole quello che si vuol dire! Comunque, ammetto anche di essere un po’ carente, dal punto di vista lessicale, nell’esprimere dei concetti che credevo di conoscere a sufficienza. Per esempio, non sapevo che questa attività ha un nome, seppur gergale, che è bloggare!

…anche se il correttore ortografico si eccita a sottolineare continuamente il termine in rosso, secondo il sito di Garzanti Linguistica ed il Wikizionario, il termine bloggare starebbe a significare scrivere un blog, essere l’autore di un blog o semplicemente partecipare ad un blog.

Comunque sia, come si scrive un blog di successo?

Mi hanno insegnato ed ho letto, che per imparare a scrivere bene non ci sono molti trucchi o scorciatoie: in sintesi, occorre studiare la grammatica, leggere tanto ed esercitarsi a scrivere spesso! Dunque, per cimentarsi in questa attività, ci vuole tempo, pazienza e perseveranza.

Ho una certa età, e posso testimoniare che se non si pratica qualcosa con continuità, le abilità acquisite possono svanire. Ai più giovani, mi sento quindi di dare questo consiglio: non importa che stiate studiando per diventare un operaio specializzato in rettifiche senza centri, piuttosto che uno scrittore di narrativa o, perché no, un blogger. La più importante competenza che potrete mai avere ed esibire nella vostra vita, è la capacità di scrittura: quasi sempre, i successi in ambito privato e lavorativo, si riconducono ad essa. Perciò, dedicateci del tempo e curate questa abilità!

E allora, come faccio a bloggare? Quello che so, e che funziona con me è il principio dell’azione. Nella vita privata, come sul lavoro, bisogna essere attivi, svolgere delle attività produttive (ovvero finalizzate al raggiungimento di un obiettivo), risolvere problemi e migliorare. In sintesi, prima lo si fa e poi lo si rifà bene! o, se lo preferite scritto in altri termini, la qualità arriva con l’esperienza!. Il medesimo concetto, si esprime bene anche in 3 semplici parole: non aspettare, fallo!

Dunque, cerco di non farmi frenare dall’insicurezza nello scrivere bene, e vado avanti: quello che posso fare per iniziare, è seguire le regole! Ho letto qualche libro e qualche articolo online su come scrivere un blog ed ho ricavato delle indicazioni che riassumo ed ordino in questo modo:

  1. individuare una nicchia di utenti;
  2. produrre contenuti collegati agli interessi degli utenti che ispirano, che si collegano alle emozioni, che raccontano storie e che insegnano;
  3. scrivere in modo originale per condividere le proprie esperienze ed idee;
  4. trasmettere passione e personalità ma anche e soprattutto professionalità per valorizzare il proprio brand personale;
  5. scrivere articoli brevi ma non troppo (bilanciare la necessità di trasferire le informazioni in modo veloce, esaustivo e rilevante);
  6. includere ed evidenziare nel testo dell’articolo delle parole chiave per rimarcare i termini importati e che sono anche usati dagli utenti con i motori di ricerca (inoltre, le parole chiavi dovrebbero essere lunghe e specifiche);
  7. il titolo deve essere sensazionale, far colpo ed includere parole chiave;
  8. concludere gli articoli con una domanda per invitare gli utenti a lasciare un commento, una risposta o compiere una azione (se non si chiede, non si ottiene);
  9. includere sempre almeno una immagine per esprimere/evocare un concetto e rendere l’articolo più attraente;
  10. rileggere più volte ciò che si é scritto e correggere gli errori di ortografia e grammatica (siamo giudicati per la qualità di ciò che scriviamo);
  11. mostrare il proprio volto nel blog ed evitare l’anonimato.
  12. pubblicare nuovi contenuti di frequente (maggiore è la frequenza di pubblicazione e maggiore e la velocità con cui aumenteranno gli utenti);

Oltre alle regole per scrivere un buon articolo, descriverò quello che è bene non fare per NON penalizzare ciò che si è create nel web.

Ora, se mi seguirai ancora nella lettura, ti rivelerò delle esperienze con cui ho avuto delle sorprese!

Scoprire la nicchia di mercato (anche gli italiani dicono blogging ma non bloggano)

Per individuare una nicchia di mercato sul web, ovvero per scoprire se esiste e quanto vale il pubblico interessato a leggere il blog, si fanno delle ricerche usando degli strumenti online, e si analizzano dati inerenti delle parole chiave. Per esempio, io raccolgo la lista delle parole più rilevanti per gli argomenti che voglio trattare con ubersuggest e la integro con i valori di Keywords Everywhere relativi a:

  • volume mensile delle ricerche (monthly volume search), calcolato come media del numero di ricerche per la parola chiave sull’arco degli ultimi 12 mesi;
  • costo per click (CPC, Cost Per Click), che rappresenta quanto viene pagato a Google dagli inserzionisti di AdWords, per ogni click fatto sul loro link;
  • livello di competizione (competition), indice (su una scala da 0=nessuno a 1=tanti) del numero di inserzionisti che inseriscono link nel sistema pubblicitario di Google AdWords.

Le informazioni così ottenute, non sono però sufficienti a rappresentare ed analizzare una nicchia: potrebbero anche essere fuorvianti! Occorre passare per Google Trends per capire chi cerca le parole, cosa intendono veramente, e se c’è un trend che indica la popolarità nel tempo.

Per esempio, ho scoperto che, la parola chiave bloggare è ricercata su Google in media 110‘000 volte al mese, che il CPC è 0.99EUR/click e che ci sono pochi inserzionisti paganti (Competition=0.12). Però, se analizzo il trend, scopro che è in fase calante ed ha una popolarità, a Giugno 2017, pari a un terzo (33%) della popolarità massima rilevata a Dicembre 2013. E non è tutto, in quanto scopro che bloggare non è un termine popolare per gli italiani, bensì lo é per gli svedesi! Così, scopro che Svenska bloggare significa blogger svedese.

Bloggare

Perciò, potrebbe non essere molto rilevante ottimizzare questo articolo per la chiave di ricerca bloggare (anche se in realtà, a questo punto ho ottenuto l’esatto contrario delle mie intenzioni…); personalmente, spero che il pubblico mi trovi su Google cercando per esempio: blogging, scrivere un blog e scrivere per il web.

Bloggare

Bloggare

Come scrivere gli articoli per il blog

Dopo aver scoperto che esistono degli utenti web interessati a leggere su particolari argomenti, si può iniziare ad approfondire ed a scrivere!

Vi sono diversi tipi di articoli che é possibile pubblicare in un blog, inerenti un certo argomento; per esempio:

  • how-to (guida o tutorial)
  • tips & tricks (suggerimenti e trucchi)
  • caso studio e risultati di un esperimento
  • recensione e comparazione di diversi prodotti
  • racconto
  • lista di riferimenti, sintesi tabellare, mind-map (mappe mentali) ed info-grafica
  • fotografie e video
  • check list (liste di controllo)
  • segnalazione evento ed opportunità

Un ottimo modo per iniziare a scrivere, é quello di immaginare 3 o 4 domande, che il pubblico potrebbe porsi circa l’argomento prescelto, e quindi scrivere la risposta. E’ anche possibile fare delle ricerche nei forum o nei social network, per capire di cosa c’é bisogno in modo più preciso.

Però, proporre solo delle note di testo, potrebbe annoiare il pubblico; per questo motivo, bisognerebbe scrivere una introduzione all’argomento da trattare sotto forma di storia o aneddoto.

Più in generale, la struttura dell’articolo di un blog è piuttosto consolidata e si compone di:

  1. un titolo in grado di attrarre l’attenzione del pubblico, stimolandolo a continuare la lettura;
  2. un breve paragrafo introduttivo che dia l’idea dello scopo dell’articolo rafforzando ulteriormente il desiderio di leggerlo;
  3. una immagine rappresentativa che trasmetta emozioni positive, susciti curiosità ed evochi l’idea alla base del testo;
  4. una o più sezioni di testo lunghe circa 500-800 parole che espongono l’argomento centrale (nel caso di più sezioni, bisognerebbe creare un indice dei contenuti e dei titoli di secondo livello);
  5. una sezione conclusiva che riassuma i risultati o le nozioni più importanti, suggerisca come proseguire o approfondire, ed inviti a compiere una azione (CTA);
  6. una sezione che elenchi i link ad altri articoli del blog, che potrebbero essere interessanti per il lettore;
  7. i pulsanti di condivisione dell’articolo sui social network;
  8. il modulo di registrazione e la sezione di pubblicazione dei commenti dei lettori.

L’articolo del blog può essere reso più autorevole citando le fonti su cui si basa o i riferimenti dei principali contenuti; inoltre, grafici e statistiche possono sintetizzare ed aiutare a confermare il messaggio che si vuole trasmettere.

Inoltre, bisogna ricordare che nel Web 2.0 il contenuto é anche creato dal pubblico: perciò, il sistema dei commenti, offre l’opportunità agli stesso lettori di integrare e migliorare un articolo e quindi, renderlo piò aggiornato, interessante e quindi di valore.

Essere originali e trasparenti

Per fortuna, siamo tutti unici per come ci mostriamo agli altri, le esperienze, le opinioni ed i pensieri che esprimiamo, le ambizioni ed i desideri che abbiamo, etc…

Credo di non sbagliare affermando che l’identità sia l’espressione del concetto di unicità; quindi, secondo la proprietà transitiva imparata alle scuole medie, l’identità di una persona può essere espressa attraverso il passaporto, il codice fiscale, le impronte digitali ma anche metodi meno codificabili come il modo di esprimersi. Perciò, se ci si appropria di quanto espresso da un’altra persona con un bel copia ed incolla, non è solo sleale, ma è un furto di identità bello e buono!

Nel contesto del blog, ciò che si crea e pubblica nel web dovrebbe essere unico, in quanto rielaborazione personale di ciò che percepiamo dall’ambiente fisico e virtuale. In tal senso, non esistono contenuti originali in assoluto, ma si deve essere originali nel modo di presentarli, descriverli, commentarli, etc…

Quando si ripropone una idea, sarebbe preferibile citare la fonte originale se esiste, per non violare i diritti d’autore. All’opposto, se si pensa di aver creato qualche cosa di veramente nuovo ed utile, bisognerebbe valutare di proteggerne la paternità prima di pubblicarlo, registrando un brevetto o un marchio.

Capita a tutti di essere a disagio, insicuri, inadeguati o in imbarazzo quando si deve esprimere qualcosa di nuovo; abbiamo paura di esprimere qualcosa di banale e risibile, ricevendo un riscontro negativo dal pubblico. Per evitare situazioni di difficoltà, alcune persone mostrano comportamenti infantili, che portano a mascherare ciò che si è veramente, usando quanto fatto o pensato da un altro. Proprio perché è un atteggiamento infantile, quando il plagio viene smascherato, gli effetti per la reputazione di una persona sono molto peggiori di quanto non sarebbe comportandosi onestamente.

E’ possibile scoprire se un testo é un plagio, cercando con Google l’esatta corrispondenza di porzioni del suo testo con le “virgolette doppie”. Per esempio:

"lorem ipsum dolor sit amet"

Oppure si può verificare se intere pagine web sono state copiate e replicate in altri siti con Copyscape.

Bisogna anche sapere che non sono solo persone, che scrivono articoli per blog: esistono dei software specializzati che creano contenuti a partire dalle informazioni presenti nel web: sono chiamati autoblog. In particolare, gli autoblog sfruttano i contenuti distribuiti con i feed RSS: sapendolo, occorre prestare attenzione a non pubblicare tutto il testo di un articolo nel feed RSS, altrimenti si rischia che venga copiato per intero, abbastanza facilmente.

Un’altro metodo usato per copiare un testo online e riciclarlo in un altro sito é detto spinning: consiste nell’usare un software che altera alcune parole di un testo originale, e le sostituisce con dei sinonimi.

Bisogna ricordare che nessun metodo di plagio é eticamente accettabile; inoltre, copiando e ripubblicando testi online si rischia di essere penalizzati fortemente nei risultati delle ricerche.

In conclusione, penso che sul web si debba cercare di essere originali nel descrivere gli argomenti ed esprimere opinioni personali e trasparenti nel mostrare anche le proprie debolezze. All’inizio, non bisogna essere troppo timidi o timorosi di fare brutte figure; scrivere, aiuta a riflettere e comprendere meglio le cose: dopo un po’ di tempo, scoprirete di essere diventati degli esperti riguardo gli argomenti che affrontate!

Web branding, ovvero come distinguersi dagli altri blog

Essere originali e trasparenti è probabilmente il primo passo per costruire una immagine positiva di sé stessi, per essere apprezzati. Ma questo non è sufficiente per distinguersi dagli altri: in giro, ci sono tante altre brave persone!

Per distinguerci, è necessario mettere in evidenza, coltivare e comunicare con costanza quel mix di qualità che abbiamo e che ci rendono attrattivi per gli altri: è di fondamentale importanza individuare queste qualità. Un modo per farlo, consiste nel rispondere a queste domande:

  1. cosa sai fare?
  2. come lo fai?
  3. quali vantaggi proponi?
  4. perché si dovrebbe scegliere proprio te?

Le risposte non sono scontate e soprattutto credo che non sia possibile rispondere da soli; o meglio, suggerisco di trovare le risposte da soli, ma non condividere le proprie percezioni ed idee con altri per non influenzarli. In questo modo è possibile definire una baseline del proprio brand o il proprio obiettivo di branding.

Successivamente, si può chiedere ad altri come ci vedono! Solo così, abbiamo la possibilità di misurarci e capire se siamo percepiti in maniera corretta. Ovvero, se ci stiamo muovendo nella direzione giusta!

Nella mia esperienza, ho scoperto che spesso la percezione di sé stessi è sopravvalutata e non è allineata con quello che gli altri percepiscono; ciò mi sprona a cercare di migliorarmi sempre di più, nel tentativo di colmare questi gap o eliminare i miei difetti.

Inoltre, spesso non è facile accettare critiche che possono apparire troppo severe, o addirittura cattive e offensive; tuttavia, bisogna riconoscere che con i complimenti non si migliora! Il trucco sta nell’essere sufficientemente freddi e distaccati, ovvero obiettivi, per scremare il messaggio e lasciare il significato o il suggerimento che ci serve!

Nel contesto del blog, tutto ciò si traduce nel definire un piano di blogging che specifica:

  1. gli argomenti da trattare
  2. lo stile di produzione dei contenuti
  3. i vantaggi da esprimere per ogni contenuto
  4. perché il contenuto è migliore rispetto ad altri

Infine occorre pianificare i sistemi che permettono di raccogliere e misurare i risultati ed i pareri del pubblico; per esempio, si potranno analizzare gli accessi con Google Analytics, monitorare le condivisioni con ShareThis, distribuire i feed con Feedburner, raccogliere i commenti con Disqus, moduli email ed i gruppi creati sui vari social network.

Quindi, il lavoro di perfezionamento del web branding consiste nel confrontare il piano di blogging (baseline) con le informazioni che otteniamo dal Web per capire dove, come e quanto ci stiamo discostando dall’obiettivo che abbiamo.

Ma quanto hai scritto?

Credo che non ci possa essere una regola fissa che dica “devi scrivere un articolo di almeno 200 parole, ma non più di 1500”. Un certo argomento potrebbe essere affrontato in maniera esaustiva con poche parole. Personalmente, amo leggere articoli mirati che spiegano, con poche parole, esattamente quello che mi serve sapere; spesso, ciò non è possibile perché Google privilegia, nei risultati delle ricerca, le pagine più lunghe.

Allora, la soluzione potrebbe essere quella di offrire degli indici all’inizio della pagina con brevi descrizioni, e dei link che rimandano a delle ancore HTML che permettono di saltare al contenuto desiderato.

Dunque, si potrebbe pensare che scrivere un articolo lungo é sempre meglio. Ni! Bisogna bilanciare l’essere mirati, con la necessità di un contenuto lungo. Perciò, a mio parere, è meglio evitare pagine su argomenti troppo specifici, perché presentano due svantaggi:

  1. la soluzione potrebbe essere spigata efficacemente con poche parole rendendosi invisibile su Google;
  2. la soluzione potrebbe essere spiegata in maniera troppo diluita o addirittura confusa, obbligando il pubblico a leggere tante parole e sprecare tempo per assimilare un concetto semplice.

Mentre si scrive un articolo, la prima preoccupazione non deve essere la quantità di parole da usare, bensì lo scopo e come misurare l’efficacia; spesso, lo scopo di un blog è quello di promuovere il proprio brand, ottenere nuovi contatti, sviluppare dei rapporti e delle collaborazioni. Perciò, gli articoli dovranno puntare a farsi trovare sui motori di ricerca, ma anche e soprattutto a farsi condividere sui social network e stimolare la reazione del pubblico di riferimento, con i commenti, l’iscrizione al feed o la newsletter, ed il contatto diretto via email.

A fare luce su questo argomento, il commento ti John Muller nel Webmaster Central Help forum di Google è definitivo:

There’s no minimum length, and there’s no minimum number of articles a day that you have to post, nor even a minimum number of pages on a website. In most cases, quality is better than quantity. Our algorithms explicitly try to find and recommend websites that provide content that’s of high quality, unique, and compelling to users. Don’t fill your site with low-quality content, instead work on making sure that your site is the absolute best of its kind.

Cheers John

In conclusione, credo che la strategia vincente sia quella di creare un articolo lungo, scegliendo un tema scomponibile in argomenti più mirati da trattare in maniera sintetica ma efficace: questo è la strategia che cerco di seguire per gli articoli che scrivo.

Trucchi SEO per gli articoli del blog

Durante la scrittura degli articoli, occorre considerare i fattori che influenzano l’indicizzazione delle pagine nei motori di ricerca (in particolare su Google); perciò, occorre applicare questi trucchi SEO:

  • le pagine web devono contenere testo in quantità sufficiente, affinché il motore di ricerca possa analizzare il testo e ricavare le parole chiavi;
  • il testo delle pagine web deve contenere frasi complete, paragrafi e non solo intestazioni;
  • le intestazioni ed i paragrafi devono contenere le parole chiave usate dal pubblico per le ricerche;
  • preferire parole chiavi lunghe ovvero molto specifiche;
  • contraddistinguere le parole chiavi con il codice HTML, usando in modo appropriato i marcatori (h1, h2, h3 etc… em, strong, a) e compilando in maniera coerente gli attributi title ed alt;
  • non abusare dell’uso delle parole chiave e non includerle in contenuti nascosti al solo scopo di “imbrogliare” il motore di ricerca, altrimenti si incorrerà nella penalizzazione o anche la rimozione completa della pagina dal motore di ricerca;
  • se possibile, organizzare i contenuti in modo gerarchico sfruttando titoli di livello via via inferiore e predisporre indici dei contenuti con link ad ancore interne;
  • compilare il meta tag description e fruttare microformati;
  • compilare il tag title della pagina web;
  • nominare il file della pagina web ed il percorso URI alla pagina web in modo che contenga delle parole chiave.

Quelli presentati sopra, sono solo alcuni degli accorgimenti che concorrono al posizionamento della pagina web, nei risultati delle ricerche fatte dagli utenti. Per raggiungere i migliori risultati nelle ricerche web, occorre far leva anche su altri fattori come la costruzione di link interni ed esterni, l’accessibilità e l’usabilità del sito, la velocità di caricamento delle pagine etc…

Il segreto per scrivere titoli persuasivi

Per avere successo online, è essenziale saper persuadere gli altri usando le parole giuste. Il copywriting è l’arte della scrittura persuasiva: infatti, le parole hanno il potere di indurre le persone all’azione.

Il titolo, è il primo e più importante testo che il pubblico legge riguardo un articolo. Essa, deve creare una immagine nella testa del lettore ed emozionare. Per riuscirci, occorre conoscere il proprio pubblico di riferimento per presentare nel modo più efficace la soluzione ai loro problemi.

Per prima cosa, occorre ascoltare il proprio pubblico, capire i loro problemi e condividerli. In questa fase, è importante fare attenzione alle parole che il pubblica usa, perché assumono il valore di parole chiave che devono essere verificate nei motori di ricerca.

Poi, si potrà presentare la propria soluzione, il suo valore, ed offrirla, usando il linguaggio e le parole chiavi del pubblico di riferimento, in cambio di una azione.

Vi sono due alternative, per spingere una persone all’azione, facendo leva sulle emozioni:

  1. promettendo un vantaggio (economico, fisico, emotivo);
  2. con la paura di perdere qualcosa.

Dunque, fatte queste premesse, il titolo dovrebbe essere:

  1. chiaro e pertinente (deve usare il linguaggio e le parole del pubblico),
  2. breve (sotto i 60 caratteri per essere mostrato correttamente su Google),
  3. emotivamente coinvolgente.

Vi sono dei modelli per creare i titoli dei blog, che funzionano molto bene; è facile riconoscerli:

  1. Come fare per…
  2. Il segreto per…
  3. Perché…
  4. Cosa…
  5. Cosa non fare…
  6. La formula più e più (più veloce, più facile…)
  7. La formula del numero per rafforzare una idea
  8. La formula del smentire le credenze comuni
  9. La formula attenzione!
  10. La formula sei o diventa un…
  11. La formula il trucco per…
  12. La formula informazione curiosa ad effetto + beneficio
  13. la formula domanda ad effetto (o ricercata)
  14. la formula se… allora
  15. la formula del quando…
  16. la formula del La verità su…
  17. la formula del meglio di…
  18. la formula del l’unico … che/per…

In aggiunta, i titoli possono essere rafforzati con sottotitoli e sommari; questi, sono dei testi che rafforzano il concetto o la promessa del titolo e risvegliano l’attenzione del lettore. In particolare, il sottotitolo o sommario dovrebbe porre delle domande chiave al lettore e fornire degli indizi circa il contenuto dell’articolo, riguardo: chi, cosa, quando, dove, come, quanto e perché?

Per scrivere sottotitoli e sommari, si possono seguire queste semplici indicazioni:

  • scrivi usando il linguaggio del tuo pubblico (evita quello da venditore);
  • semplifica e snellisci il testo rimuovendo le parole superflue;
  • usa la forma attiva;
  • stimola la curiosità, l’immaginazione, stupisci usando analogie inaspettate ed emoziona (puoi anche usare parole anomale, speciali ed atipiche).

Così si riuscirà a creare una intestazione sensazionale ed efficace, in grado di suscitare grande interesse e meraviglia e che persuada il pubblico a proseguire con la lettura.

Ci prendiamo un caffè?

Ho letto da qualche parte che le persone si ricordano soprattutto l’inizio e la fine di un testo! Perciò, dopo aver spigato le regole per scrivere dei buoni titoli, occorre spiegare come curare la conclusione di un articolo.

Blogger più esperti di me suggeriscono di:

  • sintetizzare i risultati o il valore dell’articolo;
  • offrire qualcosa come extra (l’accesso ad aggiunte ed approfondimenti all’articolo del blog, un modulo stampabile, un e-book o un corso);
  • in cambio di qualcosa d’altro (per esempio, iscriversi alla newsletter fornendo l’email o acquistare un e-book o un corso più avanzato).

Questo schema, supporta la Call To Action (CTA) ovvero quel link o pulsante, che ti invita a fare click con uno scopo ben preciso: Iscriviti! Provalo senza impegno per 30 giorni! Acquistalo ora con lo sconto del 30%! Aggiungi al carrello.

Infine, é importante invitare il pubblico a lasciare i propri commenti. Così, si potrebbe chiudere l’articolo con una serie di domande poste al pubblico per cercare di sviluppare le relazioni, stimolare l’interesse e lasciare aperto il “discorso” per delle integrazioni e correzioni.

Per esempio, io ho scelto Disqus per registrare e moderare i commenti del pubblico.

Un’immagine vale più di mille parole

Le immagini di un blog hanno il compito di attrarre l’attenzione del pubblico: quelle associate ai titoli degli articoli, dovrebbero evocare l’idea dei contenuti cui corrispondono, stimolando la curiosità del pubblico.

Per attrarre l’attenzione e stimolare la curiosità, l’immagine deve emozionare in modo positivo (per esempio, provocando eccitazione, tenerezza, serenità, allegria etc…) oppure, con le dovute cautele, in modo negativo (sdegno, compassione, paura, rabbia etc…).

Quando si inserisce una immagine in una pagina web, occorre anche curare alcuni aspetti tecnici inerenti:

  1. il formato, la risoluzione e la dimensione dell’immagine;
  2. l’ottimizzazione dell’immagine per dispositivi diversi;
  3. il nome del file e l’attributo alt del tag img.

I punti 1 e 2 sono abbastanza complessi e meritano una trattazione dedicata. Riguardo il punto 3, basta ricordare che il nome del file e l’attributo alt dovrebbero includere della parole chiave, utili per la classificazione e la ricerca. L’attributo alt significa “testo alternativo” ed è usato dai browser vocali per non vedenti.

Poi, nell’ambito dei social network, i contenuti multimediali hanno un ruolo predominante di cui bisogna tener conto. Perciò, quando si offre l’opportunità di condividere un articolo, è bene farlo accompagnando il link con una immagine: è possibile raggruppare immagine, titolo, descrizione e link aggiungendo alcuni meta tag nella sezione head.

<meta property="og:title" content="[...titolo articolo...]">
<meta property="og:description" content="[...sommario articolo...]">
<meta property="og:image" content="[...immagine articolo...]">
<meta property="og:url" content="[...permalink articolo...]">
<meta property="og:site_name" content="[...nome del sito...]">
<meta name="twitter:card" content="summary_large_image">

Più in generale, non si deve dimenticare che la grafica del sito aiuta a migliorare la percezione del brand e può influenzare le decisioni del pubblico: spesso, si usa dire che “la prima impressione è quella che conta”. Perciò, nel creare un blog o un sito, occorre che l’aspetto sia conforme al pubblico che si auspica di raggiungere e soddisfare, curando questi aspetti grafici:

  • le immagini devono essere di buona qualità e d’impatto;
  • i font e la formattazione di caratteri e paragrafi
  • la combinazione dei colori
  • il layout della pagina web

Tutto ciò, concorre a creare il design del sito web.

C’era una volta, un correttore ortografico…

Probabilmente, una delle componenti più importanti dei programmi di videoscrittura è il correttore ortografico, che è apparso intorno alla metà degli anni ‘80 in programmi come WordStar e WordPerfect; grazie ad esso, è più facile comporre testi più corretti. Ma, l’innovazione tecnologica non si è fermata nel corso degli anni, e siamo addirittura arrivati a software dotati di Intelligenza Artificiale in grado di scrivere articoli: è il caso di Wordsmith.

Comunque, tutto ciò non congeda l’uomo dal sapere come scrivere correttamente e correggere gli errori grammaticali che potrebbe aver commesso. Innanzitutto, occorre sapere che, nella redazione di un testo si possono commettere 8 tipi di errore:

  1. errore grammaticale, che riguarda la fonetica, la morfologia e la sintassi del testo;
  2. errore ortografico, che riguarda la scrittura corretta delle parole incluso l’uso delle maiuscole e minuscole, l’accentazione e l’apostrofo;
  3. errore lessicale, che riguarda la scrittura scorretta di un vocabolo;
  4. errore sintattico, che riguarda la concatenazione funzionale delle parti del discorso, ovvero l’ordine degli elementi della frase, il mancato uso di articoli e di preposizioni,
  5. errore semantico, che si commette usando parole che hanno un significato diverso da quello sottinteso dal testo;
  6. errore morfologico, che si commette quando si sbaglia a classificare un vocabolo come nome, pronome, verbo o aggettivo;
  7. errore di morfosintassi, che riguarda le relazioni intercorrenti fra morfologia e sintassi;
  8. errore di fonosintassi, che riguarda i fenomeni fonetici in rapporto con la giustapposizione delle parole.

Per quanto mi riguarda, mi sforzo a rileggere i testi e correggere gli errori di ortografia, nonché la forma delle frasi prima di pubblicare un articolo. Durante lo sviluppo del codice e dei contenuti dei miei siti web, uso Atom: in un mio precedente articolo ho descritto come installarlo ed attivare le estensioni (packages) per Markdown e Spell Check. In aggiunta all’uso del correttore ortografico integrato nel text editor, verifico il testo della pagina web con il correttore di bozze LanguageTool.Org che supporta ben 20 lingue incluso l’italiano.

Inoltre, mi capita spesso di non essere sicuro del significato di alcuni termini; perciò ricorro ai pratici dizionari online come WordReference, Wikizionario, Garzanti Linguistica e dizio:.

Per concludere, riconosco che é importantissimo verificare e correggere i propri scritti affinché il lettore abbia una percezione positiva della nostra preparazione e professionalità.

Metterci la faccia

Pubblicando la propria fotografia, si dimostra che l’autore del blog è una persona reale, che si impegna a creare i contenuti. In questo modo, ci si rende più vulnerabili, ma si trasmette maggiore fiducia, si stimola la curiosità e la voglia di partecipare del pubblico.

Spesso, gli utenti del web usano un avatar, ovvero l’immagine stilizzata del volto di una persona, da mostrare come un francobollo a fianco dei contenuti che hanno pubblicato. Credo che questa scelta possa essere corretta dove si vuole preservare un certo livello di privacy, ma non é indicata quando si vuole pubblicare qualcosa in modo professionale.

Perciò, rammentando le finalità che dovrebbe avere un blog, credo sia meglio pubblicare una foto che ci rappresenta nella realtà, di buona qualità, seria, serena, e che magari ci mostri in un contesto o una situazione nota al pubblico di riferimento.

Quando si crea un blog, è buona prassi presentare il cosiddetto box autore ovvero un riquadro che mostra la propria foto, ed una breve presentazione delle attività che svolgiamo.

Contenuti freschi (scrivere ogni giorno)

Ci sono blogger che scrivono e pubblicano contenuti nuovi anche più volte al giorno, perché così richiamano l’attenzione del proprio pubblico, ed acquisiscono nuovi utenti grazie alla maggior quantità di contenuti disponibili ed indicizzati sui motori di ricerca. Questa strategia, anche se presenta dei risultati positivi, ha delle implicazioni discutibili e non si può adattare a tutti, per motivi di tempo e per predisposizioni personali.

Innanzitutto, occorre conoscere le preferenze e le abitudini del proprio pubblico, ciò di cui ha bisogno, nonché quando e quanto può consultare il blog; con queste informazioni, bisogna evitare di infastidire con il sovraccarico di letture proposte, e quindi compromettere il processo di partecipazione. Per esempio, quante volte avete rinunciato a delle newsletter che vi venivano inviate giornalmente, incuranti del fatto che, a certe cose, potete e volete badare solo nei week end?

Poi, non bisogna dimenticare che la creazione di un articolo per il blog avviene secondo un processo creativo; il tempo di completamento dipende dalla preparazione del blogger rispetto alla complessità ed alla padronanza dell’argomento che si vuole trattare.

Quindi, non può esistere una regola fissa come quella di pubblicare un nuovo articolo al giorno; l’importante è mettere online qualcosa di significativo ed efficace per gli scopi che si perseguono, e che rimarrà online per i mesi e gli anni a venire.

Tecniche di spam dei contenuti

Prima di terminare questo articolo, segnalo le tecniche di creazione di contenuti considerate come “spam” e che quindi possono penalizzare il posizionamento delle pagine web nella Search Engine Result Page (SERP) di un motore di ricerca.

  • keyword stuffing, incrementare in modo artificioso/anomalo l’uso di una parola chiave nel testo di una pagina;
  • hidden text, simile al keyword stuffing, ma fatto in modo di rendere invisibile il testo di una parola chiave;
  • meta-tag stuffing, inserimento ripetuto di parole chiave in meta tags che non sono correlate al contenuto della pagina;
  • doorway page, pagina web creata allo scopo di ottimizzare le parole chiave e migliorare il posizionamento del sito nella SERP ma che non viene usata dagli utenti del sito;
  • scraper site, siti creati amalgamando in modo automatico contenuti di altri siti, pieni di pubblicità e link per reindirizzare il traffico su altre pagine;
  • article spinning, duplicazione di un articolo ottenuto riscrivendo una pagina differente dall’originale per la forma ma uguale nel contenuto informativo;
  • machine translation, traduzione automatica di una pagina in differenti lingue, senza correzioni manuali e contenente testi non comprensibili o non aderenti al significato degli originali;
  • testi non correlati al testo del titolo, sono create allo scopo di attirare in modo sleale dei lettori e suggerire parole chiavi non corrette agli algoritmi di indicizzazione dei motori di ricerca.

Conclusioni

Spero di essere riuscito a raccogliere tutte le principali linee guida per la creazione dei testi di un blog professionale; comunque, questo articolo omette volutamente altre regole finalizzate al miglioramento delle prestazioni tecniche (per esempio, la scelta dell’hosting, della piattaforma di gestione dei contenuti, funzionalità accessorie etc…) o promozionali (per esempio, SEO, SEM, uso dei social network etc…).

Ti segnalo che ho creato un modulo PDF stampabile in formato A4, dove annotare gli appunti e la bozza di un nuovo articolo e ricordare tutte le regole da seguire; [se vuoi riceverlo ed usarlo anche tu, scrivimi attraverso la pagina di contatto.

Webography

  1. Le regole d’oro del blog - Tecniche Nuove
  2. How Users Read on the Web
  3. title tag
  4. Copywriting - Crea il tuo primo titolo magnetico
  5. Article marketing
  6. Article directory

Libri suggeriti

Condividi questo articolo

Se ti è piaciuto questo articolo e pensi possa essere utile anche ad altri, condividilo con i tuoi amici e conoscenti, facendo click sui pulsanti dei tuoi social network preferiti.

P.S. Grazie!

Commenti

Cosa pensi di questo articolo? Hai dei suggerimenti da darmi o vuoi segnalare la tua esperienza in questa pagina? Registrati con Disqus ed inserisci il tuo commento qui sotto!

Inoltre, se lo desideri puoi anche scrivermi una e-mail.

Presentazione

IpeRteSTi é un blog curato da Roberto Fusi. Raccoglie suggerimenti ed esperienze personali riguardo Internet, Web Development e la Digital Economy.

Seguimi sui social

LinkedInTwitterGooglePlusFeedburner for IpeRteSTi

Iscriviti alla mia newsletter